Le problematiche esecutive
Tornando alla questione esecutiva, il dibattito sulla destinazione strumentale che Bach avrebbe destinato all'
Arte rimane ancora oggi uno dei argomenti più controversi: è assente infatti (sia sui
manoscritti che sulle
edizioni a stampa) ogni tipo di indicazione relativa agli strumenti da utilizzare; sugli autografi di Bach il testo musicale si trova più spesso in partitura (ovvero, con un pentagramma per ogni singola voce), ma altrove anche sui due pentagrammi consueti per l'esecuzione tastieristica; la
prima edizione a stampa pubblicata postuma - ma il cui progetto iniziale fu sicuramente approntato da Bach – presenta il testo musicale proprio in partitura, ad eccezione della trascrizione per due clavicembali del
contrapunctus 13.
In realtà, la disposizione su più di due pentragrammi per la musica tastieristica era ben comune tra tardo Rinascimento e Barocco, perché una tale suddivisione grafico-visiva delle varie voci mostrava più chiaramente l'organizzazione dell'ordito contrappuntistico; inoltre, Bach aveva già utilizzato la disposizione in partitura per altre opere esplicitamente tastieristiche (tra cui il ricercare a sei voci dell'
Offerta musicale), come fece del resto Girolamo Frescobaldi nei suoi
Fiori musicali di diverse compositioni (1635). Tuttavia, questa apparente 'particolarità' sembrò a molti una conferma dello status esclusivamente teorico dell'
Arte della fuga, riducendola ad un mero, per quanto straordinario esperimento scientifico, mentre altri ancora vi videro l'occasione per eseguire il capolavoro con più strumenti, almeno uno per ogni pentagramma.
Ovviamente, in un contesto esecutivo ogni singola scelta interpretativa è legittima, se si rinuncia alla presunzione di presentare la propria 'versione' come l'indubbia volontà del compositore; tuttavia, molti indizi fanno pensare effettivamente ad una destinazione strumentale per tastiera, sia essa un organo o un clavicembalo con pedali, strumento già utilizzato da Bach in altre grandi composizioni quali le sei Sonate in trio (BWV 525-530) e la Passacaglia in do minore BWV 582. In particolare, in alcuni passi dell'opera compaiono temporaneamente fino a sette voci, non eseguibili ovviamente se stanno già suonando solo quattro strumenti, ed è improbabile che un quinto, un sesto ed un settimo strumento debbano intervenire solo in quelle poche battute; l'esecutore all'organo o al clavicembalo invece può tranquillamente suonare anche le voci in sovrannumero, perché sta già 'riducendo' tutte le altre quattro sulle tastiere (con il fondamentale aiuto dei pedali) e queste poche note in più non costituiscono certo un problema. Viceversa, l'utilizzo di strumenti a tastiera senza pedali rende sostanzialmente impossibile l'esecuzione di quei brevi passi, perché le sole mani non bastano a coprire una tale estensione sui tasti, a meno di non spostare le note troppo distanti in una posizione accessibile (pratica del resto attestata diffusamente anche all'epoca).
L'esecuzione organistica dell'
Arte della fuga sembra quindi pienamente leggittimata, anche se probabilmente non conosceremo mai le vere intenzioni di Bach.
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6. Essi sono localizzati nel contrappunto 5 alle battute 86-90, nel contrappunto 6 da 76 a 79, nel 7 alle misure 56-61, nell'11 a 183.